addio a via Padova

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28

 

“Allora domani partite?” dice Sara a Francesca.
“Sì, è ora che ce ne torniamo a Minturno. Dobbiamo ricominciare ed è meglio farlo subito.”
“Ma non potreste aspettare ancora un po’? Non sapete neanche se troverete una casa per accogliervi.”
“Sara cara, se non c’è ora non ci sarà neanche tra un mese. Forse è meglio andare senza sapere cosa ci aspetta altrimenti potrebbe venirci la voglia di non tornare più.Sarà dura ricominciare.”
“Penso proprio di sì ma già è una fortuna poter ricominciare. Sai come sarà triste contarci e scoprire che in tanti non ce l’hanno fatta. Purtroppo la guerra si nutre di morte. Tutte vittime innocenti. Lasciamo stare questi discorsi, è meglio” continua Sara “altrimenti dobbiamo solo piangerci addosso. Io vi auguro che riusciate subito a organizzarvi una vita decente. In ogni caso se vi trovate in difficoltà questa casa è sempre aperta, ricordatene.”
“Grazie Sara, lo terrò presente e non finirò mai di ringraziarvi per l’aiuto che ci avete dato.”  Francesca è sinceramente riconoscente e sente il dovere di ringraziare per l’ospitalità ricevuta.
Dopo la conversazione avuta con Sara continua a preparare il suo bagaglio, meno misero di quando sono partite da Pisciavino ma neanche adeguato alle necessità.”
“Ma che te le purti affa’ se pezze vecchie?” suggerisce Maria Civita.
“Me le porto perché non credo che troviamo quello che abbiamo lasciato e poi, se le lascio qui, devo anche dare il fastidio a Sara di buttarle nell’immondizia. Meglio che le tolgo io di mezzo e me le porto.”
“Fa come te pare, c’hai ragione pure tu.”
“Adesso andiamo a dormire ‘che domani dobbiamo svegliarci all’alba.”
“I me sento accussì agitata agliu pensiero che torno agliu paese mio che me penzo che non chiuro occhio stanotte” dice Maria Civita comunicando il suo stato d’animo decisamente ansioso per quel ritorno,  del quale non si può prevedere nulla.
La strana sensazione che tutti sentono è, per un verso, come se dovessero tornare alle loro case così come le ricordano quando le hanno lasciate. Da un altro verso, invece, è quella di andare verso i luoghi amati come se fossero luoghi mai visti. Infatti mai li hanno visti nelle condizioni in cui li troveranno. Distruzione, macerie, miseria, tutto da ricostruire.
Tanto da dimenticare.